…La testa da una parte… il cuore da un’altra… bene, mi son rimaste le parti migliori!

Nel delirio della società romanzata – un concetto già da me (com)battuto in altri post – è simpatico come l’essere umano oggi si sia legato a concetti come “testa” e “cuore”, dividendoli, usandoli, abusandoli.

Il linguaggio è pura perdita di tempo. Fuori dal saggio, dalle parole scritte da Dio, non c’è parola utile.

E’ ormai un dato di fatto. L’essere umano ha così col tempo tolto valore a qualsiasi cosa, che l’unica via per chi vuole salvarsi è rifugiarsi in esse.

E non avere paura di stare da soli. Perché non si è mai soli, anzi: è proprio nel momento in cui ci si avvicina a sé stessi che si incontrano e si può stare con persone che condividono quel sentire. Che non devono necessariamente parlare e definire amori e vite.

La vita è ora e nulla di diverso conta da ciò che è qui e ora, presente e respirabile.

Con ironia, ma anche in fondo con verità se penso al reale significato di “testa” e “cuore” (e non al concetto romanzato delle due), stamattina mi è venuto davvero da dire, a una ragazza che adoro e che aspetto da tempo: “se hai la testa da una parte… il cuore da un’altra… bene, significa che mi son rimaste le parti migliori!”.

Evviva il piacere, i sensi, e il tramite che ci porta alla spiritualità più alta e accesa.

F.a.

Leave a comment